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sabato 29 gennaio 2011

Il vestito arancione di Anne Heche

C'è qualcosa di angelico e allo stesso tempo di demoniaco nello sguardo, nell'atteggiamento e nella sensuale magrezza di Anne Heche, una delle protagoniste del remake shot for shot di Psycho di Gus Van Sant. Angelico è il suo taglio di capelli, corti , sbarazzini, da uccellino indifeso. Angelico è il suo sorriso così innocente e sereno, pieno di una vitalità che la porta per amore a rubare denaro. Demoniaco è il suo sguardo impresso così bene mentre guida verso Las Vegas o chissà dove per quella sperduta highway americana. E demoniaca è la sua decisione nel controbattere alle richieste di un poliziotto troppo sospettoso per lei. Nel mezzo a queste sensazioni c'è quel suo vestitino arancione e verde a trama di fiori , con quel colletto dal bavero enorme ripiegato su se stesso , senza maniche, legato in vita. Corto. E quegli orecchini con quei due pennacchi che riprendono i colori del vestito e che sembrano proprio ciuffi di uccellino che le decorano il viso.I bottoni di madreperla, grandi, si intravedono, mentre , nervosa, cerca la patente nella borsetta cercando di non rivelare il pacchetto pieno di soldi. Dettagli che sfuggono a chi osserva di fretta la scena lasciandosi confondere da quello che potrà succederle e da quello che certamente le succederà. Ma a chi è capace di sognare quel vestito a tema floreale arancione e verde evoca ben altre cose. Ha il profumo di un vecchio armadio da tanto rimasto chiuso, il colore della polvere di una strada di provincia verso località sconosciute e allo stesso tempo il sapore di una metropoli anni '60 ancora convinta che il suo sviluppo sarà eterno. Perchè quei due colori, così sapientemente accostati, sono l'incontro voluto e maledetto di quello che è la vita. La beatitudine e la dannazione.

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